Nelle scorse settimane, anche a seguito di alcune vicende riportate dalla stampa locale, si è riacceso il dibattito sulla questione recupero debiti nella scuola secondaria di secondo grado. Sicuramente ci sono delle storture che vanno rettificate: da un lato infatti abbiamo una scuola che in Trentino permette di mantenere debiti formativi che non si recupereranno mai; dall’altra appare l’idea che la sola reintroduzione degli esami di riparazione possa risolvere il problema degli studenti quando arrancano di fronte alle difficoltà disciplinari. L’assessore Bisesti, convinto che il sistema delle carenze formative vada riformato, propone un modello di verifica del recupero debiti “biennale”. Tuttavia ci si dimentica come in Trentino siano state tagliate proprio le risorse destinate agli Istituti superiori e indirizzate alle iniziative di recupero formativo. Quindici anni di modello trentino, caratterizzati da questa crescente presunzione a livello politico di dover sempre innovare prima degli altri m a costo zero, confermano invece che sulla scuola non si può tagliare: la scuola non è un costo, è un investimento affinché la comunità scolastica tutta possa trovare un substrato organizzativo per la creazione di percorsi effettivamente attenti a ciascuno. Il punto di arrivo deve essere una valutazione che non sia solo sommativa, ma che assuma una connotazione davvero formativa.
A questo link la rassegna stampa di UIL Trento che rimanda all’articolo pubblicato sul quotidiano il T, nel quale sono riportate le posizioni di UIL Scuola in merito.